I 10 paesi dove si pagano meno tasse

La voglia di viaggiare cresce sempre di più quando si è in qualche modo vincolati nel non poterlo fare, per cause a volte di forza maggiore o economiche.

Il fascino di nuove culture e di lingue diverse dalla propria spinge sempre più persone nel ricercare il luogo ideale anche lontanissimo da casa, ma affinché questo possa diventare realtà è necessario informarsi sulla qualità della vita e soprattutto sull’aspetto economico legato alle tasse.

Oggigiorno non è semplice trovare il Paese in cui vivere con uno stipendio mensile di circa mille euro, come riportato in modo approfondito in questo articolo.

Nelle prossime righe però vedremo i 10 Paesi dove si pagano meno tasse e su cui puntare nel caso si voglia programmare il futuro.

1) Andorra

Tra i paesi in cui si pagano meno tasse figura Andorra, questo dagli esperti nel settore viene considerato un vero e proprio Paradiso Fiscale.

Andorra si caratterizza per essere un micro Stato collocato proprio nel centro dell’Europa, senza appartenere all’UE, vicino i confini tra Spagna e Francia.

La percentuale di tassazione si attesta intorno al 10% estremamente bassa rispetto ai Paesi facenti parte dell’Unione Europea, ma la grande forza non risiede tanto nella bassa percentuale quanto nel sistema tributario.

Lo Stato di Andorra nel momento in cui aumentasse le tasse perderebbe gli investimenti delle aziende locali e di conseguenza entrate fisse tributarie.

Oltre a questo sistema estremamente funzionale lo Stato di questa località riduce l’aliquota del 10% fino al 5% sui redditi di base imponibile tra i 24-40 mila euro per i residenti che non hanno un’attività economica.

Sebbene i dati invoglino a partire subito verso questa meta vi sono comunque dei vincoli da rispettare affinché tali aliquote siano concretamente percorribili.

Uno dei vincoli più importanti è che bisogna essere residenti, ma basta risiedere per soli 183 giorni ad Andorra per essere considerati residenti.

Altro vincolo è legato alle attività e agli interessi economici che devono essere mantenuti nel principato, agevolando le lavorazioni locali e alimentando il micro Stato in uno status quo sempre elevato.

2) Svizzera

Quando si nomina la Svizzera sono tutti propensi a pensare che sia una Nazione di élite, in cui poter stare bene e soprattutto abitata da persone che parlano la lingua italiana.

Non tutti sanno che la Svizzera non fa parte dell’UE e regola la propria tassazione in base a regole interne e non vincolanti alla Commissione Europea.

Tale condizione di scelta è estremamente vantaggiosa per stabilire un piano di aliquote secondo le esigenze della popolazione più che per migliorare le casse dello Stato.

Sebbene la Svizzera abbia una regolamentazione specifica, per chi vuole trasferirsi in questo Stato è consigliato il Canton Ticino, quest’ultimo infatti ha imposte diverse dagli altri paesi limitrofi ed estremamente inferiori.

In Canton Ticino oltre a imposte inferiori può contare su una popolazione avvezza alla lingua italiana e alle sue tradizioni, velocizzando l’integrazione.

La Svizzera poggia solide basi nell’apparato bancario, la loro competenza e gestione delle risorse è unica al mondo e non si avrà paura che i propri soldi possano scomparire da un giorno all’altro per cause terze.

Analizzando i numeri in Svizzera vi sono tre livelli di imposizione: comunale, cantonale e nazionale.

Tale differenziazione è essenziale per comprendere le diverse aliquote; le persone fisiche, infatti, sono tassate a seconda della residenza fiscale, mentre le società ed aziende regolano la loro tassazione ove è collocata la sede sociale.

La quota cantonale differisce a seconda dello Stato mentre l’aliquota federale è singola.

L’imposta federale ha un’aliquota del 7.83% al netto dei prelievi mentre varia dal 4-19% sul capitale.

3) Malaysia

In Italia comunemente conosciuta come Malesia si colloca tra i paesi con una tassazione estremamente conveniente.

Essa si divide in Malesia Occidentale ed Orientale, la prima confina a nord con la Thailandia e a sud con Singapore, mentre la seconda confina a sud con l’Indonesia e circonda il Brunei.

La Malaysia si caratterizza per una monarchia costituzionale elettiva e fonda il suo sistema di tassazione su un processo progressivo sul reddito.

È opportuno sottolineare che la tassazione di un residente viene applicata nel momento in cui questo abbia guadagnato almeno 1.200 dollari.

La tassazione viene applicata secondo delle fasce, partendo da quella minima con aliquota al 5% a quella massima con aliquota al 28%, quest’ultima rivolta a chi ha guadagnato più di 241.000 dollari.

Sebbene già analizzando i dati delle aliquote si comprenda quanto siano vantaggiose per chi risieda e lavori in Malaysia, osservando lo stipendio medio mensile dei lavoratori si entra in una visione ancora più ottimistica.

In Malaysia lo stipendio medio mensile si attesta sui 746 dollari, che potenzialmente si proietta a circa 9.000 dollari all’anno; tali valori sono soggetti ad un’aliquota annuale del 10%, estremamente vantaggiosa per vivere serenamente.

4) Isole Canarie

Tra i Paesi più interessanti dove si pagano meno tasse figurano le Isole Canarie, questo si identifica come un arcipelago appartenente al territorio UE e nello specifico situate in Spagna.

Sebbene faccia parte dell’Unione Europea grazie all’organizzazione Statale e alle dimensioni ridotte del territorio ha un regime fiscale differente da quello spagnolo.

Le isole Canarie sono in totale 7 ma solo 2 di queste sono popolate, per non incorrere in un buco nell’acqua, quelle abitate sono: Gran Canaria e Tenerife.

Da un punto di vista tecnico la tassazione che si applica in queste isole è quella spagnola ma essendo catalogata come area ZEC, hanno una pressione fiscale particolarmente bassa, ciò dovuto proprio alla scarsa popolarità e alla necessità di non allontanare la popolazione dal luogo natio.

Il punto forte della gestione fiscale di questo paese risiede nella possibilità di poter detassare gli investimenti della propria attività lavorativa.

Lo Stato infatti aiuta le piccole realtà imprenditoriali nel reinvestire il reddito percepito, agevolando con aliquota pari al 4%.

Un valore eccezionale se paragonato al 23% di tassazione sulla canonica popolazione spagnola. Per le imposte indirette, l’equivalente dell’Iva in Italia, la percentuale da elargire è del 7%.

Le Isole Canarie sono quindi una soluzione eccellente per chi vuole investire e crescere dal basso.

5) Malta

Oltre ad essere un luogo bellissimo da visitare Malta si caratterizza per essere anche un’ottima meta per chi vuole pagare meno tasse.

Questo piccolo arcipelago al centro del Mar Mediterraneo tra la Sicilia e le bellissime coste del Nordafrica appartiene alla Comunità Europea ma la cui tassazione è circoscritta nelle regole del worldwide del reddito ed in alcuni casi addirittura territoriale.

Quando ci si riferisce ad una tassazione territoriale si identifica quella tassazione legata solo alle imposte sui profitti generati sul territorio maltese. Una worldwide è invece quella che comunemente seguono i Paesi UE.

Come è facile intuire i vantaggi di una tassazione territoriale sono molteplici, uno su tutti quello di dover pagare le tasse solo sui redditi percepiti o prodotti.

Molto importante sottolineare che per usufruire di tali agevolazioni bisogna essere residente non domiciliato, il ché per lo stato maltese si traduce in un cittadino non di origini maltesi che trasferisce la sua residenza nel piccolo arcipelago.

Numericamente la tassazione potrebbe ridursi anche ad un’aliquota zero nel momento in cui si fosse residente non domiciliato e non si producessero redditi.

6) Emirati Arabi

Leggendo il titolo può risultare difficile immaginare che un paese così vicino allo sfarzo possa avere una tassazione bassa, in realtà gli Stati più ricchi agevolano notevolmente gli investimenti e chi ha la necessità di farli.

Per fornire sin da subito un valore che identifichi l’aliquota complessiva della tassazione negli Emirati Arabi, si potrebbe riassumere con un netto 14.8%, sebbene però tale valore sia già di per sé interessante bisogna contestualizzare.

Interessante notare che questo Stato ha un’imposta sul reddito pari al 0%, il che mette in evidenza come la gran parte delle tasse venga pagata sui servizi offerti più che sulle attività di reddito.

Ma da cosa è dovuto questo 0%?

Il Medio Oriente ha una grande presenza sul territorio di giacimenti di petrolio, ciò consente agli abitanti del luogo di poter evitare di pagare l’imposta sul reddito se si è residenti.

Ciò nel corso del tempo sta avendo grande influenza sull’incremento della popolazione e la qualità della vita sempre molto alta.

Benché l’aliquota del 14.8% possa essere allettante è altrettanto vero che i servizi e soprattutto i costi della vita sono particolarmente ingenti, è opportuno quindi porre sulla bilancia le due componenti e trarne la soluzione migliore per sé.

Gli Emirati Arabi offrono però uno stipendio di altissima fascia, che abbraccia ogni tipologia di attività lavorativa.

7) Hong Kong

Una delle mete più ambite per pagare meno tasse è Hong Kong, la regione amministrativa speciale della Cina con un’economia particolarmente salda ed una gestione delle finanze oculata consente ai residenti e no, di poter vivere con una pressione fiscale moderata ed equilibrata.

Il regime fiscale di questo paese è identico dal 1960 ed è stato ideato per supportare le imprese sia locali che straniere.

Calcolando tutte le possibili aliquote si ottiene il risultato percentuale di 22.8%, ciò però deve essere contestualizzato.

Ad Hong Kong esistono due aliquote per la tassazione delle società, una applicabile alle società di capitali e l’altra alle società di persone che le gestiscono.

Una società che ha un reddito inferiore ai 2 milioni di dollari di massimale viene applicata un’aliquota del 8.25% escluse eccedenze, queste ultime seguono la aliquota tradizionale del 16.5%; mentre per le società di persona per un reddito sotto i 2 milioni di dollari l’aliquota si attesta al 7.5%, con le eccedenze ordinarie con percentuale del 15%.

Come è facile intuire questo paese dà ottime possibilità per gestire la tassazione, sia per finalità lavorative che personali.

Chi ama l’Oriente potrebbe decidere di vivere ad Hong Kong non solo per la cultura e le grandi tradizioni, ma anche per approfittare di agevolazioni fiscali eccellenti e di tasse cucite ad personam sulle esigenze e le possibilità del cittadino.

8) Le Bahamas

La fama delle Bahamas è di gran lunga più avanti di qualsiasi testo o argomentazione a riguardo, gli specchi d’acqua cristallini ed un’economia basata prevalentemente sul turismo necessariamente fanno pensare ad un elevato costo della vita.

Molti saranno sorpresi nel sapere che Le Bahamas hanno un’imposta sul reddito dello 0%, ciò dovuto proprio alle attività locali ed alle bellezze del luogo.

Le Bahamas si posizionano geograficamente a largo della costa tra Cuba e Miami ed è tra i paesi più ricchi delle Americhe, dietro solo a Canada e Stati Uniti.

Nel corso degli anni questo Paese è riuscito a diventare sempre più florido economicamente grazie ad un’organizzazione interna eccellente, sostenuta da un motore inesauribile come quello del turismo e della finanza offshore.

Il grande vantaggio di vivere alle Bahamas è particolarmente evidente non solo nell’imposta sui redditi equivalente a zero (residenti e non residenti), ma si estende anche alle attività lavorative.

Una società non è soggetta a nessuna imposta sui redditi o sui redditi prodotti dalle filiali locali di società estere.

Unica vera imposta a cui è impossibile sfuggire è quella inerente alla proprietà immobiliare. Interessanti i valori legati alle aliquote delle imposte nel momento in cui si vende o si acquista un bene o servizio; in questo caso l’aliquota è pari a 7.5%.

Per i più interessati esiste anche un regime di tassazione semplificato con cui evitare il calcolo dell’Iva sugli acquisti, elargendo il 4.5% all’erario sul lordo del fatturato realizzato.

9) Bermuda

Come è facile intuire i Paesi dove si pagano meno tasse si identificano principalmente con dei veri e propri paradisi sulla Terra.

Le Bermuda sono un piccolo arcipelago in cui si parla inglese e vige una monarchia parlamentare, indizi di un regime fiscale particolare e sui cui bisogna indagare assolutamente.

Questo Paese viene collocato nella Black List poiché non adotta un sistema di cooperazione fiscale internazionale ed è un Paradiso Fiscale per investitori e residenti.

La grande solidità economica e soprattutto una bassa pressione fiscale inducono sempre più investitori nel proporre le proprie idee ed attività in questo Stato, sfruttando la possibilità dell’offshore.

Sebbene le Bermuda appartengano al Regno Unito, non ne seguono la regolamentazione, o quantomeno godono di un’autonomia considerevole.

Ma quali sono i dati che rendono le Bermuda così appetibile?

La tassazione per persone fisiche e giuridiche sui redditi ha un’aliquota pari allo 0%, a cui si affianca un’imposta sul valore aggiunto (equiparabile all’Iva in Italia) sempre dello 0%.

Può sembrare un sogno ma non lo è, i valori sono proprio quelli; ma bisogna stare attenti ai dazi doganali.

I dazi doganali su prodotti e beni importati o esportati su specifici oggetti hanno un valore variabile tra il 22.5% ed il 150% a seconda del bene stesso.

Non è difficile dedurre che sia questa la vera fonte di guadagno di questo arcipelago, a cui si aggiunge un’aliquota del 4.4% annuale sulla proprietà immobiliare a chi possiede una casa propria.

Benché queste ultime possano far storcere il naso, garantiscono comunque una tassazione complessiva estremamente vantaggiosa per residenti e possibili abitanti.

10) Nuova Zelanda

La Nuova Zelanda si caratterizza per una tassazione molto particolare impostata su aliquote a fasce di reddito.

Prima di inoltrare il discorso verso i dati e i numeri nel concreto è importante differenziare le persone fisiche da quelle giuridiche.

Le persone fisiche sono soggette a un’aliquota del 10.5% con un reddito fino a 14.000 dollari neozelandesi; 17.5% con un reddito da 14-48.000 dollari neozelandesi; 30% con un reddito da 48.001-70.000 dollari neozelandesi e 33% con un reddito fino a 70.001 dollari neozelandesi.

In quest’ultimo caso l’aliquota si rivolge ai residenti, nel caso si abbia un reddito maggiore a 70.001 dollari neozelandesi e non si è residenti, le aliquote applicate sono del 30% e del 15%.

Per la tassazione delle persone giuridiche invece c’è un’aliquota pari al 28%.

La Nuova Zelanda è quindi il luogo ideale per chi ha un reddito medio e vuole godersi la vita senza particolari pressioni fiscali nel corso degli anni, a cui deve essere necessariamente aggiunto il vantaggio di poter parlare la lingua inglese.

Jessica

Sono Jessica, mi sono diplomata all'Istituto Tecnico Commerciale e sono una Ragioniera e perito commerciale giuridico economico aziendale. Ho ideato questo blog per consolidare la mia esperienza nel campo della finanza e dell'economia e soprattutto per aiutare tutte quelle persone che cercano di districarsi in questo mondo.

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